In una lettera il dolore di Madè Neumair
“Sarebbe semplice dire che ieri si sia solo chiuso un cerchio. Sì, potremmo dopo quasi quattro interminabili mesi iniziare a comprendere un po’ di più cosa sia accaduto. Potremo avere la possibilità di un rito, un posto sul quale piangere, iniziare a sentire un poco di quella spiritualità andata perduta sotto alle macerie della violenza, delle indagini dell’incertezza e della paura. So anche che questo percorso sta solo iniziando”. Lo scrive in una lettera Madè Neumair all’indomani del ritrovamento della salma di suo padre Peter ieri nell’Adige.
“Per chi sta dietro alle sbarre – continua, riferendosi al fratello Benno – pare sia un sollievo sapere che una delle innumerevoli menzogne per una volta, quando ormai tutto è perduto, quando ormai tutto è scontato, risulti veritiera. Al lupo al lupo, diceva Pierino. Provo ancora un’ondata di incredulità se penso al Benno che ho visto in video raccontare la sua versione del duplice omicidio, il suo distacco, la sua indifferenza, la sua noia. Nessuna parola di rammarico, di pentimento, né per loro, né per noi. Troppe parole ancora inventate. Arrampicarsi sugli specchi che ormai giacciono in frantumi ai nostri piedi. Applausi”.
“Mi sono pian piano accorta – prosegue Madè – che non siamo preparati a capire realmente cosa sia un omicidio. Non è nella nostra natura capire fino in fondo cosa sia una morte violenta. Sto facendo tanta fatica a capire come due esistenze, due anime in mezzo a una vita, possano essere uccise da un momento all’altro dalla persona alla quale volevano il bene che un genitore vuole a un figlio”.
“Voi che mi state incominciando a mancare in un modo devastante – conclude – Riposate in pace”.